Croazia: 350 nuovi infetti a fronte di 1.651 test eseguiti

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Slovenia, il 27% di positività. Domani il «V-day»

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Istria: 62 nuovi casi e un decesso in 24 ore

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Cent’anni fa le truppe italiane aprirono il fuoco su i legionari Fiumani, inizia il Natale di sangue, finisce l’esperienza Fiumana…

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Dopo più di un anno la “Reggenza del Carnaro” finisce sotto i colpi dell’esercito italiano, i Legionari e D’Annunzio sono sloggiati da Fiume…

La guerra è ormai finita da tempo, ma l’Italia, dopo 4 durissimi anni di battaglie, dopo un milione di caduti tra soldati e civili, dopo aver trionfato gloriosamente a Vittorio Veneto, non si vede riconosciuta appieno la vittoria.
Si, perché Istria, Fiume e Dalmazia, territori a maggioranza o comunque a forte presenza italiana, vengono concessi ai popoli slavi dai trattati di pace.
La rabbia è enorme, la figura pessima, il governo imbelle.
Succede così che sotto il comando e la guida di Gabriele D’Annunzio, poeta, combattente, eroe romantico e uno dei più grandi italiani di tutti i tempi, 2600 uomini del Regio Esercito Italiano marciano su Fiume, città simbolica perché a grande maggioranza italiana e vi entrano, senza resistenza, tra la folla festante.
Nasce da questa “Santa Entrata” la Reggenza Italiana del Carnaro durante la quale, tra le altre cose, viene scritta una delle costituzioni piú all’avanguardia dell’epoca, nella quale è concesso il diritto di voto alle donne per la prima volta su suolo italiano.
Il sogno dura per più di un anno.
Dopo una resistenza eroica, il 31 Dicembre 1920, D’Annunzio è costretto a firmare la resa e accettare il trattato di Rapallo.
L’esperienza fu causa scatenante per due eventi.
Da una parte, in essa, iniziano a germogliare quei semi che porteranno alla presa di potere del fascismo che nel 1924 riporterà in Italia la città dell’impresa dannunziana, dall’altra, il sacrificio per la patria di quegli eroi, rimarrà indelebile per generazioni a ricordare cosa è possibile fare in nome della propria terra.
Ancora oggi, 100 anni dopo, anche se di nuovo in mano straniera, Viva Fiume Italiana!

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Dialetto fiumano: su Zoom si è entrati nel vivo

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Sesana, contagi record alla Casa dell’anziano

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D’Annunzio e Fiume: poesia e ricerca storica

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articolo: https://lavoce.hr/cultura-e-spettacoli/dannunzio-e-fiume-poesia-e-ricerca-storica

La conferenza online organizzata dalla Federazione delle Associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati, dedicata all’impresa del capoluogo quarnerino, ha visto la partecipazione di numerosi storici e accademici italiani
La sfilata del 20 settembre 1920
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La Federazione delle Associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati insieme ad altre associazioni culturali ed istituzioni di ricerca ha organizzato la conferenza online intitolata “D’Annunzio e Fiume a 100 anni dall’impresa: un laboratorio di idee ed utopie”. L’incontro virtuale si è potuto seguire sia su Facebook, con una diretta dalla pagina LimesClub Verona, che su Youtube, dal canale del LimesClub Verona.

Moderatore dell’incontro è stato l’avvocato Mattia Magrassi, presidente del LimesClub Verona, mentre è intervenuto, eseguendo alcune letture, Paolo Valerio, direttore del Teatro Stabile di Verona, tra cui un brano di Tommaso Marinetti dei momenti precedenti all’impresa di Fiume, un brano del “Poema di Fiume”, il discorso di D’Annunzio a Fiume del 12 settembre 1919, nel quale cita la celebre frase “Fiume è come un faro luminoso che splende in mezzo ad un mare di abiezione”, il discorso del 24 dicembre 1920 in cui d’Annunzio afferma: “Il delitto è consumato. Le truppe regie hanno dato a Fiume il Natale funebre. Nella notte trasportiamo sulle barelle i nostri feriti e i nostri morti. Resistiamo disperatamente, uno contro dieci, uno contro venti” e il testo d’apertura della Carta del Carnaro.
Nel corso del seminario sono stati presentati tre volumi freschi di stampa: di Giuseppe de Vergottini, “La Costituzione secondo D’Annunzio”, Luni, Milano 2020; Davide Rossi (a cura di), “La città di vita cento anni dopo. Fiume, D’Annunzio e il lungo Novecento adriatico”, Wolters Kluwer Cedam, Padova 2020; Emanuele Merlino (a cura di) e “La sola ragione di vivere. D’Annunzio, la Carta del Carnaro e l’esercito liberatore”, Passaggio al Bosco, Firenze 2020. continua a leggere

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Da oggi tutta l’Italia in zona rossa nei festivi e prefestivi

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Tutta l’Italia cambia colore. Da oggi per l’intero territorio nazionale valgono le regole previste per la zona rossa, con restrizioni più stringenti in vista del Natale. E con il cambio di colore cambiano anche le regole da rispettare. Nei giorni festivi e prefestivi – quindi 24, 25, 26, 27 e 31 dicembre e 1, 2, 3, 5 e 6 gennaio – tutta l’Italia sarà zona rossa. Il che vuol dire che non ci si potrà spostare se non per motivi di lavoro, necessità e salute e sempre giustificandoli con l’autocertificazione. Il 28, 29 e 30 dicembre e il 4 gennaio verranno applicate su tutto il territorio nazionale le regole della zona arancione: saranno consentiti gli spostamenti all’interno del proprio comune e quelli per i cittadini che vivono in comuni con meno di 5mila abitanti (ma non oltre un raggio di 30 chilometri). Alle 22 scatta il coprifuoco.

Bar, ristoranti e negozi chiusi – Da oggi, con l’Italia in zona rossa, sono chiusi bar, ristoranti e tutte le attività di ristorazione: consentito solamente l’asporto fino alle 22 e la consegna a domicilio senza limiti orari. Chiusi i negozi, mentre restano aperti supermercati, edicole, farmacie e tabaccai. Chiusi anche i centri commerciali e i mercati. Consentito pure lo svolgimento delle funzioni religiose. Dal 28 dicembre, ma solo fino al 30, torneranno le regole della zona arancione, con negozi aperti e bar e ristoranti chiusi.

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Covid in Croazia: 2.233 nuovi casi e 70 decessi

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Tragedia per Nino Benvenuti: morto suicida il figlio Stefano

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articolo: Aveva 58 anni e stava scontando una pena per furto di gioielli. L’emergenza Covid gli aveva consentito di ottenere gli arresti domiciliari

Trieste, 23 dicembre 2020 – E’ morto suicida il figlio primogenito del campione olimpico e mondiale di pugilato Nino Benvenuti. Cinquantotto anni, Stefano Benvenuti era un uomo espansivo con una vita turbolenta fatta di alti e bassi. Il suo corpo è stato trovato senza vita alcuni giorni fa in un bosco in Carso. La sua morte ha lasciato senza parole quanti in città lo conoscevano, la famiglia, la madre che lo adorava e il figlio minorenne.

La decisione di mettere fine ai suoi giorni è maturata dopo quasi due anni di carcere. Benvenuti stava scontando una pena di quattro anni per furto dei gioielli. Usciva dalla casa circondariale al mattino e vi faceva rientro la sera. La sua condotta in carcere non aveva mai destato particolari problemi. La scorsa primavera, l’emergenza Covid gli aveva consentito di ottenere gli arresti domiciliari. Il percorso non era finito, ma la luce in fondo al tunnel iniziava a farsi meno fioca. Ma la sofferenza dettata da quel percorso penitenziario l’ha spinto a un gesto estremo. 

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